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Val di Chiana

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Castello di Civitella in Val di Chiana.

mercoledì 18 dicembre 2013

Valter Bondi lascia la guida degli orafi aretini

Ufficio stampa Cna
Lascia. Ha salito il gradino che l’ha portato ad essere Presidente provinciale di CNA e Presidente Nazionale degli Orafi per la stessa Associazione; per questo abbandona la guida degli orafi aretini  che giovedì sera eleggeranno il nuovo Presidente. “Difficile non avere rimpianti. Sono un orafo, lo sono sempre stato – afferma Valter Bondi. Ho legato a questo settore prima la mia attività professionale di imprenditore che ovviamente continua e poi quella di dirigente dell’associazione. Particolarmente significativa è stata per me anche l’esperienza della Consulta orafa, esempio di collaborazione tra le associazioni e di unità della categoria nel momento più difficile della sua storia”.
Bondi ricorda come gli ultimi anni siano stati particolarmente difficili: “sia dal punto di vista della normale attività economica che da quello della sicurezza. Il biennio 2010 – 2011 ha visto la nostra categoria sottoposta ad un attacco della criminalità senza precedenti. Dalle rapine ai rappresentanti e ai venditori si è passati agli assalti veri e propri alle imprese. Un pericoloso e inquietante “salto di qualità” al quale la categoria ha reagito nel migliore dei modi: non abbassando la testa, coalizzandosi, creando una nuova cultura della sicurezza e agendo d’intesa con le forze dell’ordine. Il livello di allarme è così fortemente sceso e abbiamo ottenuto finanziamenti regionali proprio per la sicurezza. Ovviamente non riteniamo questa partita chiusa e manteniamo vigile l’attenzione”.
Se il “fronte sicurezza” si sta raffreddando, buone notizie cominciano a giungere anche dal normale “fronte imprenditoriale”.
“Dalla fine del 2012 – commenta Bondi – registriamo segnali positivi di inversione della tendenza rispetto al lungo e devastante periodo di crisi che abbiamo vissuto. Il nostro comparto, attraverso la Consulta, è riuscito a darsi un’unica voce che diventa ovviamente più forte nel confronto con le istituzioni. Molte sono le priorità che abbiamo di fronte. La prima è la tutela del nostro marchio, cioè del made in Italy. Molti mercati internazionali riprendono a tirare ed è necessario tutelare, valorizzazione e promuovere le nostre produzioni. La nostra qualità è indiscussa a livello internazionale e insieme alla sua tutela, ci deve essere un impegno istituzionale sul fronte dei dazi. La materia prima e cioè l’oro costa in modo eguale in tutto il mondo ma le nostre produzioni, contrariamente a quelle di molti altri paesi, sono sottoposte a dazi che ne limitano fortemente la capacità concorrenziale. Abbiamo cominciato non dico a vedere ma perlomeno ad intuire un possibile e progressivo allentamento della crisi del settore orafo. Ma senza un’adeguata tutela del made in Italy e senza l’eliminazione o perlomeno l’attenuazione dei dazi, questa opportunità che si sta delineando non potrà essere pienamente colta”.

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