Ufficio stampa Regione Toscana
Erano 80 quelli programmati, ma ne sono stati effettuati 95,
focalizzati su tessile, rottami, vivaismo e rifiuti liquidi trasportati
su gomma. Parliamo dei controlli ambientali e sanitari che sono stati
effettuati in un anno nell’ambito del progetto speciale voluto dal
presidente Enrico Rossi per potenziare le indagini utili a contrastare
il fenomeno
dell’economia illegale in alcuni settori produttivi della Toscana.
La mappa ha visto 32 controlli in provincia di Prato, 14 a Firenze, 8
a Pistoia, 5 a Livorno, 5 a Pisa, 4 nel Comprensorio Empolese Valdelsa,
altrettanti a Lucca, Piombino,
Arezzo, 3 a Massa e Carrara, a Siena e a Grosseto.
“Questi risultati – commenta l’assessore regionale all’ambiente
Anna Rita Bramerini
– sono la prima tappa del progetto di controlli svolti da Arpat che
proseguiranno anche nei prossimi due anni. Il lavoro voluto dal
presidente Rossi e svolto finora è importante, capillare e approfondito
al punto da aver svolto più controlli di quelli che erano in programma.
Dobbiamo continuare su questa strada, senza lassismo per i comportamenti
non rispettosi delle regole ma favorendo, proprio tramite le indagini,
la legalità che si diffonde facendo conoscere la via corretta a chi
vuole mettersi in regola. Vorrei comunque ricordare che questo progetto
rappresenta un’attenzione particolare che la Regione ha voluto
concentrare su una materia complessa e delicata, e rientra nella
regolare attività di monitoraggio ambientale che Arpat fa ogni anno con
oltre 3500 controlli”.
“Il progetto speciale di ARPAT contro ‘economia sommersa, l’elusione e l’evasione – ha detto, illustrando i risultati, Giovanni Barca direttore generale dell’Agenzia per la protezione ambientale della Toscana
– è partito a maggio scorso e durerà tre anni. Ha l’obiettivo di
controllare la gestione dei rifiuti in alcuni settori di attività
produttive e di servizio, attraverso indagini, ispezioni, controlli
analitici, e soprattutto l’incrocio e la valutazione dei dati e delle
informazioni inerenti le fasi di raccolta, trasporto, recupero, riciclo e
smaltimento. Molto importante, anche in termini di crescita del modo di
operare dell’Agenzia, è stato il lavoro “a rete” necessario anche fra
le varie strutture ARPAT, per “seguire” i rifiuti, che si spostano nei
diversi territori, a volte al solo scopo di eludere le norme. Per dare
attuazione all’incremento dei controlli ambientali pre visto, l’Agenzia
ha effettuato l’assunzione a tempo determinato di cinque giovani tecnici
della prevenzione ambientale”.
Partito a maggio scorso, il progetto condotto da Arpat che durerà tre anni,
ha l’obiettivo di controllare la gestione dei rifiuti in alcuni settori
di attività produttive e di servizio, attraverso indagini, ispezioni,
controlli analitici, e soprattutto l’incrocio e la valutazione dei dati e
delle informazioni inerenti le fasi di raccolta, trasporto, recupero,
riciclo e smaltimento.
Delle
95 ispezioni, 55 sono state condotte in collaborazione con altri enti
(come Asl, Dogana, Vigili del Fuoco, Comune, Provincia) 50 in
collaborazione con le Forze di Polizia (Carabinieri, Guardia di Finanza,
Polizia municipale e provinciale, Corpo forestale),
24 in autonomia.
In particolare, i controlli hanno portato a
24 sequestri, di cui più del
50% nel tessile (13) e il
20% nei rottami (6).
31 le deleghe all’Autorità giudiziaria e di queste l’
80% riferite solo alle province di Prato e Firenze (18 nel tessile e 9 nei rottami).
Per quanto riguarda le irregolarità per tema, la maggior parte,
79, hanno riguardato la gestione dei rifiuti che ha portato a
51 comunicazioni di reato e 28 sanzioni amministrative.
Tessile
Per il settore tessile il progetto consolida e sviluppa un sistema di
controlli già attivi sul territorio della provincia di Prato e che
riguardano le varie fasi di lavorazione del comparto produttivo
(tintorie, rifiniture, stamperie, gruccifici, lavanderie, confezioni,
ecc.).
I provvedimenti sono arrivati soprattutto per inottemperanza delle
prescrizioni nella gestione dei rifiuti, dalla compilazione dei
formulari, alla mancata igienizzazione, fino all’import export dei
rifiuti non pericolosi.
Un’attenzione particolare è stata dedicata ai gruccifici, attività
che è molto cresciuta con il progressivo aumento dell’attività di
confezioni da parte delle comunità cinesi. Il problema principale si è
rivelato quello delle maleodoranze che derivano dall’uso di grandi
quantità di solventi, spesso di scadente qualità, che determinano
problemi per i lavoratori e per chi vive in prossimità degli
insediamenti.
In seguito all’attività di controllo tutte le aziende hanno iniziato
la regolarizzazione anche per gli aspetti ambientali con l’adozione di
misure di contenimento delle emissioni. Da rilevare che nel territorio
dei comuni di Prato e Montemurlo sono calati gli esposti.
Nelle tintorie – una delle attività più rilevanti del distretto del
tessile con l’uso di ingenti risorse idriche, prodotti chimici e una
rilevante produzione di rifiuti – si è fatta largo negli ultimi 5 anni
l’imprenditoria cinese. Anche in questo caso numerosi gli esposti per
maleodoranze dovute a emissioni dei solventi. Più di 20 aziende si sono
regolarizzate sotto il profilo autorizzativo con l’adozione di sistemi
di abbattimento, buone apparecchiature, e passaggio all’uso di solventi
di buona qualità.
Per rifiuti tessili e indumenti usati si è registrato un calo di
attività perché, in seguito alla normativa comunitaria, il settore ha
subito una forte delocalizzazione nei paesi dell’Est, anche se il
distretto pratese resta ad oggi un centro nevralgico per l’import export
degli indumenti usati. Questa pratica registra irregolarità per la
gestione degli scarti prodotti dalle confezioni (quasi tutta effettuata
dalla comunità cinese), la gestione della filiera della raccolta di
indumenti usati che ha fatto registrare in vari casi la mancanza di
cernita, di igienizzazione, la mancanza di autorizzazioni e il mancato
rispetto degli adempimenti per la gestione dei rifiuti. Molto importante
si è rivelata la collaborazione con altri soggetti come la Agenzia
delle dogane e il Corpo forestale sotto il coordinamento della
magistratura. La Provincia di Prato ha standardizzato e semplificato la
procedura, ad oggi accettata senza difficoltà, che in pochi mesi ha
fatto registrare il rilascio di circa 30 procedure di notifica per la
spedizione transfrontalera.
Rottami
L’attività ha interessato centri di raccolta rottami di vario genere e
una serie di soggetti che conferivano abusivamente rottami a centri di
raccolta o erano destinatari di materiali che non potevano essere
trattati fuori dal regime dei rifiuti.
Tra le irregolarità, è stato rilevato un “sommerso” nella gestione
dei rifiuti metallici prima del conferimento nei centri specializzati ed
è stato ipotizzato in alcuni casi il traffico illecito di rifiuti.
Premessa che può consentire pratiche illecite che vanno dalla
ricettazione al trattamento irregolare (combustione, abbandono,
sversamento).
Vivaismo
I controlli nelle aziende che eseguono trattamenti fitosanitari per
conto terzi hanno evidenziato una diffusa inadeguatezza nel rispetto
della normativa in campo ambientale e sanitario, in partcolare per uso
di locali e macchine che possono generare condizioni di pericolo per la
sicurezza e la salute dei lavoratori esposti e per l’impatto ambientale.
Riguardo a questo ultimo aspetto vi sono rischi sia in virtù del
rilevante consumo di fitofarmaci, sia per altre condizioni generali come
la carente formazione del personale o l’inadeguatezza dei mezzi. Non
sono state riscontrate illegalità legate ai temi connessi con l’economia
sommersa, l’evasione e l’elusione.
Liquidi
Tre i profili in cui si è articolata l’attività di controllo: la
verifica della regolarità di gestione dei rifiuti in generale, le
modalità di gestione adottate dagli autospurghi e la gestione degli
extraflussi da parte degli impianti centralizzati di depurazione. In
tutti e tre gli ambiti si sono registrate irregolarità varie nello
smaltimento ma, stante la difficoltà di controllare i rifiuti liquidi e
considerato che l’analisi di laboratorio è impegnativa, Arpat ha deciso
di proseguire, articolare ed affinare il controllo su tutto il
territorio regionale.