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Val di Chiana

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Castello di Civitella in Val di Chiana.

venerdì 16 dicembre 2011

giovedì 15 dicembre 2011

Manifestazione dei dipendenti comunali davanti al municipio il 19 dicembre

Manifestazione dei dipendenti comunali davanti al municipio il 19 dicembre


Ieri mattina, nel corso dell’assemblea dei dipendenti del Comune di Arezzo, le Segreterie di Cgil Fp Cisl Fp Uil Fpl Csa Sulpm hanno proposto l’organizzazione di una manifestazione in piazza della Libertà, di fronte al palazzo comunale, in occasione dello sciopero generale del pubblico impiego lunedì 19 dicembre.
Sono molte le motivazioni che inducono i lavoratori dei servizi pubblici della provincia di Arezzo a mobilitarsi in solidarietà con i dipendenti del Comune di Arezzo.

Una manifestazione capace di unire le ragioni nazionali a quelle locali. Tra le prime ricordiamo l'aumento delle tasse dirette e indirette, Imu, accise benzina, aumenti dell'IVA , i tagli ai servizi pubblici locali, le modifiche al costo del lavoro in caso di appalti, l'incertezza organizzativa che colpisce i lavoratori di Inpdap e Enpals. Senza sottovalutare le forti incertezze sul futuro dei lavoratori dell’Ente Provincia e delle Comunità Montane nonché di quei lavoratori che passeranno ai servizi associati provenendo dai Comuni obbligati ad associarsi.
La manovra del Governo non tocca quel 5% di popolazione ad altissimo reddito che detiene il 45% della ricchezza del Paese, favorita da un Governo tecnico che fa una scelta di tagliare verso il “basso”, laddove è facile prelevare e cioè tra la massa dei lavoratori e dei pensionati. E questo mentre non si registrano veri e concreti tagli ai costi della politica, alle opere pubbliche faraoniche e probabilmente inutili, alla miriade di Consigli d’amministrazione che sono i moderni “cimiteri degli elefanti” della vecchia politica.

Ai problemi di natura nazionale, si sommano quelli specifici del Comune di Arezzo dove l’Amministrazione persegue il disegno di un taglio salariale che è unico in Italia, con la conseguenza logica di rappresentare un vero e proprio modello da seguire per le altre amministrazioni pubbliche.

Non bastavano i contratti bloccati fino al 2017, tre manovre finanziare che non rimettono in moto l'economia interna del Paese, una politica di dismissione dello Stato Sociale attraverso i tagli ai finanziamenti e l'obbligo del rispetto del famoso Patto di Stabilità che strangola i Servizi Pubblici Locali e tutto l'indotto locale.

Se tutto questo non fosse sufficiente, ecco che con arroganza e presunzione si arriva a condannare pubblicamente un’ assemblea dei lavoratori dell'ente, garantita dall'unica legge sul lavoro (la 300 del 1970) emanata dal Legislatore ai tempi dei Governi democristiani. Assemblea indetta per un danno salariale provocato anche da chi si scusa con i cittadini per il disservizio.
Ognuno deve assumersi le responsabilità delle sue scelte. Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale da una parte e sindacati e lavoratori e cittadini dall'altra. E questo in considerazione del fatto che le scelte di tagli orizzontali pari a 1 milione e 700 mila euro sono sia salariali che di organizzazione dei servizi.

Infine queste Organizzazioni Sindacali per autotutela contrattuale invitano tutti i lavoratori Pubblici a partecipare alla manifestazione del 19 Dicembre 2011, davanti al Comune di Arezzo anche e sopra tutto a garanzia dei servizi che attraverso il loro lavoro offrono e devono garantire in una fase in cui c'è sempre più bisogno di Stato sociale e servizi pubblici, che devono essere erogati non solo quando ci sono gli scioperi e le assemblee sindacali.

mercoledì 14 dicembre 2011

SCARPA BONAZZA: No alla revisione degli estimi catastali dell'agricoltura

SCARPA BONAZZA: No alla revisione degli estimi catastali dell'agricoltura

14 dicembre 2011 ore 15:34

"Dalle notizie provenienti dalla Camera pare che per il settore agricolo vi sarebbe una rimodulazione dei coefficienti di moltiplicazione degli estimi catastali. Un passo intollerabile". Lo ha affermato il senatore del Pdl, Paolo Scarpa Bonazza Buora, presidente della commissione Agricoltura del Senato.

"Il 120 diventerebbe 110 per i soli agricoltori iscritti alla previdenza agricola mentre salirebbe a ben 130 per tutti gli altri, cioe’ imprenditori agricoli professionali, societa’ agricole, proprietari di beni affittati, e tutti allo stesso livello. Cio’ e’ l’opposto dell’equita’, un ulteriore intollerabile inasprimento anche per chi non vive di rendita, ma fa l’imprenditore. Insomma, i tecnici hanno la capacita’ tecnica di peggiorare un testo gia’ pessimo. Esistono pero’ - osserva il presidente della commissione Agricoltura del Senato - subemendamenti migliorativi che hanno copertura finanziaria: invito pertanto il ministro Catania a muoversi, piuttosto che dedicarsi, come ha fatto ieri sera, ai "poltronifici" attraverso intempestivi commissariamenti di enti, come per esempio il Cra. Piuttosto che firmare decreti avrebbe dovuto recarsi alla commissione Bilancio della Camera per difendere l’agricoltura italiana" .