Ufficio stampa Usl Arezzo
Al San Donato un convegno con le esperienze de L’Aquila. Dopo il
sisma tanta umanità, ma nessuna organizzazione. Protezione civile
toscana all’avanguardia.
AREZZO – Terremoti, alluvioni, catastrofi naturali o tragedie
provocate da azioni degli uomini: insomma, tutto quello che poi provoca
le cosiddette “maxiemergenze”. Sono quegli eventi sconvolgenti, nella
maggior parte dei casi imprevedibili, che immediatamente richiedono
l’impiego di tutte le forze di soccorso possibili: quelle che ricadono
sotto la protezione civile (istituita per legge dello Stato), dalla
assistenza sanitaria a quella dei vigili del fuoco, dall’ordine
pubblico all’esercito fino al volontariato.
Di questo si è discusso in un convegno al San Donato, con un focus
specifico (anche perchè vissuto da molti aretini e toscani intervenuti
sul campo) sull’esperienza de L’Aquila, dopo il sisma del 2009.
Particolarmente ricche di emozioni, ma anche di valutazioni tecniche, le
testimonianze offerte da coloro che si trovarono coinvolti in questa
maxiemergenza, dal mondo sanitario a quello dei vigili del fuoco e della
protezione civile.
In occasione di questi incontri, fondamentali per scambiarsi esperienze e
individuare percorsi e protocolli operativi, il quesito iniziale è
sempre lo stesso: cosa fare di fronte ad una maxiemergenza? Ma
soprattutto: come ci si deve preparare a delle maxiemergenze di cui non
si conoscono in anticipo i connotati?
L’AQUILA. TANTA UMANITA’ E CORAGGIO, MA NESSUN PIANO
“Abbiamo capito proprio sulla nostra pelle che e’ proprio in tempo di
pace e di quiete che bisogna attrezzarsi tecnicamente e
organizzativamente ad affrontare queste che sono delle vere e proprie
guerre – ha affermato Gino Bianchi, direttore della centrale operativa
del 118 de L’Aquila – Non è una questione di pessimismo, ma abbiamo la
certezza che certi eventi naturali come alluvioni e terremoti, nel
territorio italiano, periodicamente avverrano. Nei casi di maxiemergenza
per essere efficienti al massimo, bisogna pianificare e ci deve essere
collaborazione forte e strategica tra tutte le competenze che si devono
coordinare tra loro. La parola d’ordine è: sinergia!”
Ogni territorio, ogni provincia deve predisporre piani della protezione
civile diversificati per intensità di evento calamitoso, per gestire con
efficienza dall’intervento sanitario a quello di gestione
dell’inevitabile caos. Ed è stata questa la principale criticità che si è
manifestata a L’Aquila.
Partendo dall’esperienza abruzzese, sono state evidenziate e
sottolineate esigenze tecniche e organizzative alle quali porre rimedio:
dalla necessità di dotare tutti i protagonisti dell’emergenza di
efficienti sistemi di radiocomunicazione, alla istituzione di una
centrale operativa vicariante (cioè di comando), dal coordinamento
programmato con il volontariato, alla abolizione di tutte le barriere
architettoniche.
AIUTI PSICOLOGICI A POPOLAZIONI E SOCCORRITORI
L’incontro al S. Donato ha fornito spunti anche su un altro fronte:
quello dell’aiuto psicologico ed umano. Un aspetto che tocca le
popolazioni colpite e gli stessi operatori della protezione civile,
spesso catapultati in situazioni tragiche, senza i necessari supporti e
conoscenze.
Fino ad oggi l’italica capacità di adattamento e di dare il meglio di sé
in queste drammatiche circostanze, ha superato egregiamente una spetto
del quale si sta prendendo finalmente atto: il bisogno di un piano di
preparazione psicologica del personale e di azioni di sostegno alle
popolazioni colpite da calamità. Le testimonianze raccontate, anche con
dettagli di immagini, hanno colpito la sensibilità, ma è chiaro che
l’improvvisazione non può più bastare, specie quando si fù va in
soccorso di persone colpite nei propri affetti, soprattutto se persone
anziane, o bambini o altri che hanno perduto il propri cari, propri
beni, e spesso il proprio futuro.
I RAGAZZI RACCONTANO … CON IL TEATRO
Sul terremoto del 6 aprile di quattro anni fa, che ha cancellato il
capoluogo abruzzese, provocando 309 morti e 1.500 feriti, un gruppo
formato da quattro studenti del Liceo Psico-pedagocico “Colonna” di
Arezzo, diretti da Amina Kovacevic e Ilaria Violin, hanno interpretato e
drammatizzato un brano liberamente ispirato alla tragedia del sisma
aquilano e della casa dello studente scritto da Massimiliano Mafucci.
Con grande bravura hanno creato un’atmosfera drammatica, intensa, piena
di significati.