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Val di Chiana

Val di Chiana
Castello di Civitella in Val di Chiana.

giovedì 12 gennaio 2012

Dipendente della Asl ruba 15mila euro dalle casse del Cup

Dipendente della Asl ruba 15mila euro dalle casse del Cup

Strade da paura: 600 incidenti l'anno con i cinghiali, il record "nero" di Arezzo

Strade da paura: 600 incidenti l'anno con i cinghiali, il record "nero" di Arezzo

Coldiretti Toscana


Cinghiali, caprioli e daini sono una minaccia per la sicurezza stradale. E non vanno in ferie mai. Le cronache, anche nelle ultime settimane, sono state costellate da una sequenza incredibile di incidenti provocati dall'attraversamento accidentale e maldestro degli ungulati con conseguenza, spesso gravi, sui cittadini e sulla loro sicurezza.
Dal daino del Chianti (29 dicembre) al branco che ha investito, a Torre del Lago, nella zona di Viale dei Tigli, a due passi dal mare, una colonna di auto (10 gennaio) per arrivare al cinghiale che ha distrutto l'auto di una famiglia sulla Sp1 tra Laterina e Castiglion Fibocchi (6 gennaio), a Romito, nel livornese (27 dicembre) e nel grossetano (21 dicembre) dove un tir si è addirittura ribaltato nel tentativo di evitare un cinghiale. I casi sono molti e non fanno quasi più notizia.
In Toscana, e questo è un dato choc, dal 2001 sono stati oltre 3290 gli incidenti stradali causati dagli ungulati secondo i dati della Regione Toscana. Nella top three delle strade più frequentate dai selvatici la SR Pistoiese 66 dove sono stati denunciati 26 incidenti, la SP Della Trappola 40 nel grossetano (24 incidenti), la SR Umbro Casentinesi Romagnola 77 (23 incidenti) nell'aretino. Arezzo e Firenze con 600 eventi sono invece le Province toscane che hanno ricevuto il maggior numero di richieste di risarcimento di danni seguite da Grosseto e Siena, che hanno superato i 450 incidenti complessivi. Dati choc che non sono ancora stati arricchiti dagli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi due anni e che fanno tornare Coldiretti a chiedere di "aprire la caccia tutto l'anno"; soluzione questa che la principale organizzazione agricola è pronta a sostenere proponendo che siano direttamente gli agricoltori, muniti di regolare patentino, ad intervenire in presenza di ungulati o in alternativa cacciatori da loro incaricati. "Ad estremi mali, estremi rimedi – sentenzia Tulio Marcelli, Presidente Provinciale Coldiretti – questa è la posizione espressa durante l'audizione sui Praf, e questa sarà la posizione che terremo. Non è più pensabile gestire un'emergenza di queste proporzioni con gli strumenti a disposizione. E' evidente che non sono sufficienti. Esiste, come dimostrano i tanti, troppi incidenti, un problema di sicurezza anche per i cittadini. Non è solo una questione di agricoltura e di danni alle coltivazioni: il fenomeno ha proporzioni molto più ampie".
Gli agricoltori rivendicano, in vista del Consiglio Regionale della Toscana chiamato a discutere il Praf, un ruolo nella gestione dell'emergenza: "Siamo disponibili – spiega Marcelli – ad assumerci l'onore ed il compito di vigilare e segnalare alla provincia di competenza la presenza di danni e di ungulati. Siamo anche disponibili a farci carico dei prelevamenti. Così non si può più andare avanti". In Toscana parlare di emergenza è ormai riduttivo. "Tutte le azioni – conclude Marcelli - messe in campo sino ad ora sono state inefficaci"

mercoledì 11 gennaio 2012

Operazione Demetra, assoluzione anche in appello per i funzionari della Provincia

Operazione Demetra, assoluzione anche in appello per i funzionari della Provincia

Martedì 10 Gennaio 2012 14:39

Ufficio stampa Coordinamento Provinciale Pd Arezzo

Dopo l’assoluzione in primo grado è giunta la conferma in appello: i funzionari della Provincia di Arezzo, così come i 59 delle altre Province e Comunità montane della Toscana, hanno agito correttamente, nel rispetto della legge nella corresponsione ad alcune migliaia di agricoltori di un contributo comunitario. All’origine della vicenda, la cosiddetta "Operazione Demetra", condotta nel 2007 dalla Guardia di Finanza e dalla Procura della Corte dei Conti. Oggi, è la stessa Corte, nella sua veste di giudice contabile , ad assolvere i funzionari accusati di danno erariale, che era stato ipotizzato dalla Procura in ben 60 milioni di euro, derivante dalla presunta indebita corresponsione ad alcune migliaia di agricoltori di un contributo comunitario.. I tre funzionari della Provincia di Arezzo, in particolare, furono denunciati per un danno erariale di circa 6 milioni di euro. "La prima cosa che voglio sottolineare - afferma il Presidente della Provincia Roberto Vasai - è che mai la Provincia ha dubitato dell’operato dei suoi nostri funzionari. Basta andarsi a rileggere le mie dichiarazioni dell’epoca, quando avevo la delega di assessore all’agricoltura. Fin dall’inizio avevo la certezza che alla fine sarebbe stata ristabilita la verità dei fatti. Facemmo questo con grande forza nonostante ci fosse stato chiesto, a mezzo stampa, di sospendere questi funzionari. Oggi la sentenza della Corte dei Conti rende giustizia soprattutto a loro". Nel merito, la vicenda si riferisce a finanziamenti per giovani agricoltori che erano stati assegnati in base a direttive regionali e sotto il controllo sia dell'Agea, agenzia nazionale che eroga materialmente i finanziamenti, che dalla Comunità Europea. "Occorre sottolineare - afferma il Segretario generale della Provincia Gabriele Chianucci - che l'UE non ha mai aperto una procedura di infrazione pur essendo a conoscenza dei procedimenti giudiziari in corso". Già nella sentenza di primo grado, la Corte dei Conti, nella motivazione, aveva riconosciuto alla Pubblica Amministrazione non solo di aver agito correttamente, ma anche in maniera veloce ed efficace. "Per dirla, in sintesi – spiega l’assessore all’agricoltura della Provincia Andrea Cutini – non solo i nostri funzionari hanno agito correttamente, ma anche con grande efficienza, consentendo di utilizzare a pieno i fondi messi a disposizione dall’U.e, cosa che, in Italia, non sempre avviene”. “Oggi – conclude il Presidente Vasai - vorremmo vedere la notizia dell'assoluzione con lo stesso risalto con la quale fu annunciata l'inchiesta, visto che conferma e restituisce piena dignità a tutti gli enti pubblici toscani, ingiustamente ed immeritatamente accusati e denigrati".