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Val di Chiana

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Castello di Civitella in Val di Chiana.

lunedì 26 gennaio 2015

Giornata della memoria, gli eventi a Montevarchi .


Ufficio stampa Comune di Montevarchi
Ufficio stampa Comune di Montevarchi

Ricordare l’olocausto, fare memoria di quanto avvenuto in Europa durante la seconda guerra mondiale è divenuto in Italia legge dello stato. E’ scritto infatti nell’art. 1 della Legge 20 luglio 2000 n. 211: “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Tre saranno gli eventi organizzati dall’Amministrazione Comunale per ricordare questi tragici eventi.
Due si svolgeranno all’Auditorium Comunale mentre al cassero per la Scultura verrà inaugurata una mostra fotografica e sarà presentata una scultura dedicata a queste tematiche. Si inizia martedì 27 gennaio alle ore 21.15 all’Auditorium Comunale con lo spettacolo teatrale dal titolo “Il cuore pensante, Etty, Dora, Edith” a cura dell’Associazione RumorBianc(o) di e con Alessandra Bedino, Claudia Manini, Chiara Resti accompagnati al pianoforte da Aldo Gentileschi. Si tratta di una serie di letture di brani tratte da Lettera alla madre di Edith Bruck, da Vivere e sopravvivere.
Diario 1936/1945di Dora Klein e Diario 1941/1943 e Lettere 1942/1943 di Etty Hillesum con accompagnamento di musica al pianoforte. Tre voci di donne toccate la cui vita è stata toccata dalla tragedia dei campi di concentramento. Edith Bruck, ungherese, poetessa e scrittrice, sopravvive al campo di concentramento di Auschwitz dove fu deportata nel 1942 insieme alla madre e alla sorella. Oggi vive a Roma. Etty Hillesum, giovane studentessa olandese sceglie volontariamente di condividere la sorte del suo popolo, prestando servizio nell’ospedale del campo di smistamento di Westerbork “no alla deportazione ad Auschwitz nel 1943 dove muore insieme a tutta la sua famiglia. Dora Klein, giovane dottoressa polacca laureata in Italia e poi apolide, incontra a Fiume un ufficiale della Marina, se ne innamora e con lui ha una figlia. Rinchiusa ad Auschwitz e Bergen-Belsen, sarà proprio la sua laurea in medicina a salvarla dalla camera a gas. Giovedì 29 gennaio alle ore 10 sempre all’Auditorium Comunale spettacolo teatrale rivolto agli studenti delle scuole medie della città dal titolo “Avevate promesso – i ragazzi della guerra”. L’evento è proposto dall’Associazione Culturale Masaccio con letture di testimonianze di bambini in guerra. I testi sono tratti dal libro Bambini all’Inferno di Cecilia Gentile. Saranno coinvolti i ragazzi della 3 media dei tre istituti comprensivi di Montevarchi dell’istituto Mochi, Petrarca e Magiotti. Infine sempre giovedì 29 gennaio alle ore 17 si svolgerà l’inaugurazione della mostra fotografica sui monumenti in memoria dell’Olocausto in Europa realizzata nell’ambito del progetto nazionale “La Shoah dell’Arte “ curato da ECAD con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo, dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane. Inoltre sarà presentata anche la la scultura dal titolo “Prigioniero politico” di Timo Bortolotti (1884-1954).
L’evento rientra all’interno delle iniziative “La Shoah dell’Arte” che si tiene in contemporanea il 27 gennaio in alcuni musei, gallerie e teatri d’Italia. Si tratta di un progetto museologico e teatrale fondato su di una serie di mostre, conferenze e spettacoli a tema, correlate e interdipendenti.Almeno per un giorno la Shoah diviene centro anche della vita artistica del Paese. Il Progetto è dall’associazione ECAD impegnata da anni in attività di ricerca, sperimentazione, approfondimento e divulgazione della Memoria. Un nodo stretto e quasi fisiologico tiene unite la Shoah delle persone e la Shoah della cultura. “Chi brucia libri prima o poi brucia anche gli uomini” ammonisce Primo Levi, prendendo spunto dal pensiero del poeta tedesco Heinrich Heine. Fermo restando che nulla ha maggiore importanza anche di una sola vita umana, sembra dunque giusto riflettere di nuovo sulle innumerevoli perdite causate dall’ideologia nazi-fascista alle città, al paesaggio e ai beni della storia e della cultura. Il discorso vale ancor più a proposito dell’arte. “Ha fatto lei questo orrore?”: è la domanda che dinanzi a una riproduzione di Guernica un soldato tedesco rivolse nella Parigi occupata del 1940 a Pablo Picasso. “No: l’avete fatto voi”, lo fulminò Picasso, che d’altronde vedeva nella tela il manifesto della lotta contro ogni genere di brutalità. L’episodio coglie il punto. Tre modi diversi di riflettere sulla Shoah, dall’arte allo spettacolo, e rivolti a un pubblico variegato, dai più giovani agli adulti.

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