Powered By Blogger

Val di Chiana

Val di Chiana
Castello di Civitella in Val di Chiana.

domenica 15 giugno 2014

Popolari per Arezzo, deposta corona per anniversario eccidio dei martiri per la libertà .

Uffici stampa Egv 
 
Uffici stampa Egv

Stamani una delegazione dei Popolari per Arezzo e del gruppo consiliare al Comune di Arezzo ha reso omaggio ai caduti per la libertà nel settantesimo anniversario del martirio di Sante Tani, Don Giuseppe Tani, Aroldo Rossi e Maurice Mereut. Nella prima mattinata è stata deposta una corona di alloro presso il monumento posto fuori porta San Biagio che ricorda in particolare il Tenente belga Maurice Mereut.
Successivamente, assieme alle delegazioni delle Istituzioni, delle associazioni combattentistiche, politiche e culturali, è stata visitata la Casa Circondariale di San Benedetto, all’interno della quale la sera del 15 giugno 1944 si è consumato il barbaro assassinio dei martiri della lotta partigiana, Sante Tani, Don Giuseppe Tani, Aroldo Rossi.
Dopo un momento di riflessione e di preghiera è stato ricordato il loro sacrificio in difesa dei valori della patria, della libertà e della democrazia ripercorrendo i tragici fatti, epilogo di una vicenda dai contorni che nel tempo sono stati ricostruiti in modo chiaro e puntuale al fine di conservarne la memoria per tutti noi e le generazioni future.
La ricorrenza che ogni anno viene celebrata, nel trascorrere del tempo storico, non vuole soltanto rammentare gli eventi e le persone che hanno sacrificato la propria vita per assicurarci uno Stato democratico e giusto, ma anche segnalare che, per mantenere queste conquiste, è necessario un impegno quotidiano di tutti che attraverso la partecipazione e la condivisione delle scelte politiche, allontanino l’indifferenza e consolidando il nostro patrimonio di democrazia e libertà.
I tragici fatti:
Sante Tani, nato a Rigutino il 3 aprile 1904, di umili origini, frequentò il liceo classico Francesco Petrarca di Arezzo per poi laurearsi all’Università la Sapienza di Roma in Giurisprudenza discutendo una tesi sul “governo parlamentare nella sua più recente evoluzione”. Aderente alla FUCI e al movimento “Giustizia e Libertà” divenne, ben presto, un avvocato stimato e il suo studio in Piazza Guido Monaco un centro dell’antifascismo.
Le sue attività lo resero inviso alle autorità fasciste che lo arrestano e lo confinano per un anno a San Bartolomeo in Galdo nel beneventano.
Rientrato ad Arezzo nell’agosto del 1944, dopo la caduta di Mussolini, è tra i fondatori del CPCA (Comitato Provinciale di Concentrazione Antifascista) dove rappresenta la Democrazia Cristiana, divenendone ben presto il Presidente.
Sante Tani infatti subito dopo l’armistizio era divenuto uno dei principali organizzatori e animatori del movimento di resistenza sia in Arezzo città che nella Provincia, presiedeva il Comitato di Liberazione Cittadino; comandando anche formazioni partigiane.
Il 30 maggio 1944 alcuni membri della Brigata fascista O.P di Bergamo, con uno strattagemma riuscirono a catturare Sante Tani che, assieme ad Aroldo Rossi si era rifugiato presso la canonica di Don Giuseppe a Casanovole (Anghiari). Tradotti nel carcere di Arezzo vennero tratti in arresto e brutalmente torturati. Le percosse i maltrattamenti, le minacce, le promesse della libertà in cambio di nomi di compagni e capi del movimento aretino di liberazione, non servirono a nulla. La fede in Dio e la grande fiducia nei propri ideali dettero loro la forza necessaria per sopportare l’inumano trattamento.
L’importanza politica e strategica dell’arresto di Sante Tani determinò un interessamento dei principali esponenti della resistenza a cominciare dal Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale (Antonio Curina) che si confrontò, tra gli altri, con il Vescovo Monsignor Emanuele Mignone sull’ipotesi di un assalto al Carcere di San Benedetto al fine di liberare i prigionieri.
Tuttavia questa soluzione, ritenuta troppo pericolosa, fu scartata in favore di un tentativo di fuga garantito dalla compiacenza interessata del responsabile delle guardie del carcere stesso.
A questo tentativo di fuga prese parte anche il partigiano Antonio Castigli appartenente alla Banda di Pio Borri, assistito dal Gianni Mineo, artefice dell’operazione che, alcuni giorni dopo (29 giugno), salvò la vita a decine di civili rinchiusi nella chiesa della Chiassa Superiore per rappresaglia contro il rapimento di un colonnello tedesco (Von Gablenz).
Pur tuttavia, il tentativo di fuga del 15 giugno 1944 fallì e nella circostanza persero la vita, il tenente belga Jean Mauritz Meuret e il partigiano Giuseppe Oddone di Alessandria. Un monumento posto fuori dalle mura sotto la Chiesa di San Domenico, segna il punto dove tra il grano, Jean Mauritz Meuret fu raggiunto dai colpi di mitra. Su di esso sono incise le parole: “Giustizia, libertà, umanità”.
La sera stessa, Santino Tani, Don Giuseppe Tani e Aroldo Rossi furono crivellati, nella loro cella, dal piombo dei fucili mitragliatori.

Nessun commento:

Posta un commento