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Val di Chiana

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Castello di Civitella in Val di Chiana.

giovedì 10 marzo 2011

Meacci: "PD mobilitato contro il Decreto Romani che taglia le gambe alla Green-Economy"

Meacci: "PD mobilitato contro il Decreto Romani che taglia le gambe alla Green-Economy"

Giovedì 10 Marzo 2011 19:53
Ufficio stampa PD

Marco Meacci
"Col Decreto Romani il Governo taglia le gambe alla green-economy gettando nell'incertezza uno dei pochissimi settori in crescita nel nostro paese. In queste ore il PD sta incontrando i vertici nazionali del settore delle energie rinnovabili e le impressioni raccolte sono molto preoccupanti: quello che ci giunge è un grido d'allarme che si diffonde anche nel territorio aretino, provincia che sull'economia verde in questi anni era riuscita a ritagliarsi spazi importanti, con molte significative eccellenze e una dimensione occupazionale che comprendendo l'indotto è calcolata in circa 7mila lavoratori. Di Green Economy come base per il rilancio economico anche per la nostra provincia avevamo parlato nella nostra ultima Conferenza Programmatica: il Governo rischia adesso di mettere tutto in discussione, cancellando quanto di buono è stato costruito in questi anni e precludendo ogni futuro. Gli effetti già si vedono: gli investimenti sono bloccati, non si riesce più a reperire credito, cassa integrazione e licenziamenti sembrano l'unica soluzione possibile.

Di fronte a questa emergenza è nostra volontà organizzare a tutti i livelli una mobilitazione il più possibile vasta per giungere in tempi brevissimi al ritiro o quantomeno ad una ridefinizione dei contenuti del decreto. Siamo di fronte ad una politica governativa scellerata, che va combattuta con forza e che toglie ogni possibilità al paese di uscire dalla crisi penalizzando chi merita invece sostegno e valorizzazione. Una politica che allontana ulteriormente la possibilità di investimenti esteri nel nostro paese, non dando più alcuna stabilità e certezza nelle possibilità di impresa. Un Governo incapace di definire un progetto di sviluppo energetico, ma solo di riportare la situazione indietro di qualche decennio, affossandosi sempre più in un anacronistico ritorno al nucleare"

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