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Val di Chiana

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Castello di Civitella in Val di Chiana.

giovedì 4 giugno 2015

Meningite, fuori pericolo la ragazza colpita da meningococco di tipo C .

Ufficio stampa Usl Arezzo 
 
Ufficio stampa Usl Arezzo

“Dopo 48 ore di ricovero nel reparto di malattie infettive dell’ospedale San Donato, possiamo affermare che la ragazza colpita da meningite da meningocco di tipo C, è fuori pericolo ed in via di guarigione”. Lo afferma Danilo Tacconi, responsabile della unità operativa di malattie infettive.
Ci vorranno ancora alcuni di giorni di ricovero ma ormai la strada della guarigione è imboccata .
SODDISFAZIONE DELLA DIREZIONE AZIENDALE
“Una buona notizia – commenta il direttore sanitario della Asl8 Branka Vujovic – che sottolinea il buon funzionamento della rete di servizi sanitari che l’uno collegato all’altro hanno funzionato perfettamente, raggiungendo un risultato di grandissimo rilievo di fronte ad una forma infettiva di questa portata”.
Ripercorrendo l’iter a cui è stata sottoposta la paziente 17enne che risiede a Stia è facile intuire come la macchina organizzativa esistente sul territorio e nelle strutture ospedaliere abbiano agito con una professionalità e un coordinamento esemplari. Il tempo, oltre alla capacità di individuare subito la patologia a cui si era di fronte, ha portato ad un successo che era tutt’altro che scontato.
Dapprima il medico di continuità assistenziale, che, chiamato domenica era a casa della ragazza, pur senza essere in presenza di indizi che potevano far sospettare una meningite, ha prescritto l’assunzione di un antibiotico a largo spettro. Poi la famiglia che dopo poche ore ha deciso di rivolgersi al pronto soccorso di Bibbiena a fronte di un aumento della temperatura corporea. Qui, dove era tra l’altro presente personalmente il responsabile Gianni Galastri, c’è stato il riconoscimento immediato di una sepsi da meningococco. I sanitari del pronto soccorso hanno rapidamente provveduto ad avvertire il reparto di malattie infettive, il 118 e ad adottare immediatamente quelle misure precauzionali (profilassi) per tutto il personale venuto a contato con la ragazza e per i suoi familiari. Stesse precauzioni per il personale del 118, mentre a malattie infettive veniva predisposta una apposita camera di isolamento, e veniva allertato il Meyer dell’invio di liquor e altre sostanze ematiche prelevate alla ragazza per riconoscere quanto prima possibile l’esatta tipologia di meningite.
LA GESTIONE SUL TERRITORIO: DALLA SCUOLA ALLE FALSE NOTIZIE
Mentre questo avveniva, scattava l’allarme che ha visto impegnate le strutture dell’igiene pubblica, ormai rodate e con un percorso definito, per procedere ad una proposta di profilassi antibiotica preventiva da proporre a quanti avevano avuto contatti stretti con la ragazza. Oltre ai familiari e al fidanzato, i compagni di classe e le altre persone che per ragioni più diverse, le erano state vicine.
Nonostante il ponte festivo, l’igiene pubblica ha aperto due ambulatori nella mattina di martedì, facendoci accedere più di centro persone. Molte altre si sono recate ai pronto soccorso di Bibbiena e Arezzo, mentre per la continuità assistenze, e per i centralini degli ospedali è stato un vero e proprio assalto alla ricerca di informazioni e consigli. Anche con la scuola frequentata dalla ragazza c’è stato un rapido contatto per poter avvisare i compagni di classe ed alcuni insegnanti sulla opportunità di sottoporsi a vaccinazioni, ma anche per rassicurare tutti gli altri ragazzi, ragionevolmente non venuti a contatto con la paziente. In tutto questo non è stato semplice nemmeno gestire le notizie, anche incontrollate non veritiere, che nelle prime ore si erano diffuse tramite un tam tam sui social network, come quelle sulla possibile presenza della ragazza in due note discoteche dell’aretino, mettendo in allarme migliaia di persone e famiglie. Da stamani tanti si sono rivolti, anche su indicazione delle strutture sanitarie, ai propri medici di famiglia per sapere quale doveva essere l’atteggiamento da tenere. Per alcuni si è proceduto con della profilassi antibiotica. Mentre per altri, nella fascia 11 – 20 anni, si è programmata la vaccinazione che la Regione ha messo a disposizione dopo i gravi casi dell’empolese e del Valdarno.
TACCONI: “L’IMPORTANZA DELLA RETE NELL’URGENZA DELLE INFEZIONI”
“Le Malattie infettive – spiega Danilo Tacconi – continuano a rappresentare un problema significativo per la salute dei cittadini. Da una parte permane il problema legato a patologie che hanno dominato il quadro epidemiologico dell’ultima parte del XX secolo, come ad esempio le epatopatie virali, l’infezione da HIV, la tubercolosi, dall’altro aumenta il problema delle infezioni da germi multi resistenti e delle infezioni associate all’assistenza sanitaria. Infine, va considerato il problema dell’emergenza di nuovi agenti infettivi, vedi anche l’Ebola, favoriti fra l’altro da fenomeni quali la facilitata mobilità internazionale costituiscono un fenomeno di grave allarme sociale e possono rappresentare nel futuro un rischio grave per la salute collettiva. Le malattie infettive acute – prosegue Tacconi – debbono essere prontamente identificate, isolate se necessario e trattate in ambiente specialistico, per garantire un intervento appropriato che è dimostrato essere in grado di migliorare la prognosi, razionalizzare l’uso delle risorse, in particolare i farmaci antinfettivi, attuare misure di isolamento del paziente per prevenire la diffusione nosocomiale e mettere in atto interventi profilattici e di sanità pubblica. Tutto questo – sottolinea il responsabile dell’unità Operativa di malattie infettive – nella nostra Azienda funziona grazie ad una rete che gestisce l’urgenza delle infezioni nel territorio ed in ospedale attraverso l’integrazione di strutture quali la UOC di Malattie Infettive (all’interno del Dipartimento della Medicina Specialistica), il Dipartimento di Emergenza Urgenza (attraverso il 118 e i Pronti Soccorsi), il Dipartimento dell’Area Critica,  il Laboratorio, il Dipartimento della Prevenzione. Il recente caso della giovane ragazza affetta da Meningite meningococcica – conclude Tacconi –  ne è la dimostrazione, dove un approccio integrato ha consentito di affrontare in modo rapido la gestione della paziente e di tutte le persone che dovevano essere sottoposte a profilassi antibiotica. La ragazza è in buone condizioni di salute, non ha più i segni clinici della malattia e  la prognosi non è più riservata; a breve, se l’andamento clinico continuerà  ad essere questo, potrà essere dimessa.”

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