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Val di Chiana

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Castello di Civitella in Val di Chiana.

domenica 22 gennaio 2012

Servizi al cittadino: “Non possiamo essere le stampelle degli enti locali”

Servizi al cittadino: “Non possiamo essere le stampelle degli enti locali”

ufficio stampa

Sono parole forti quelle scritte in una dichiarazione congiunta dei patronati, dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e delle associazioni di categoria che ha per oggetto i servizi al cittadino offerti. Parole con cui affermano di non poter più sostenere il peso "scaricato sui loro sistema dei servizi" dalle pubbliche amministrazioni.
Dichiarazione congiunta dei CAF, dei Patronati, dei Sindacati Pensionati delle Confederazioni Cgil, Cisl e Uil, delle Associazioni di Categoria CNA, Confartigianato, Confcommercio, Cia e delle Associazioni Acli e Mcl"Le difficoltà economiche degli enti locali sono note. Le comprendiamo e siamo consapevoli che sono a rischio l'erogazione di alcuni servizi. Da questa comprensione all'accettazione di una logica che scarica sul nostro sistema dei servizi e sulle nostre associazioni i problemi, il passo è lungo e noi non siamo disponibili a farlo.
Da tempo le amministrazioni pubbliche tendono ad affidare in sussidiarietà alcuni servizi. Considerano le nostre strutture e quindi i Patronati, i CAF, le associazioni dei pensionati e le organizzazioni sindacali come soggetti che, in maniera completamente gratuita, possono e devono sostituirsi alle pubbliche amministrazioni nell'aiutare i cittadini ad espletare pratiche e adempimenti, senza tenere conto dei costi che le stesse organizzazioni devono sostenere in materia di personale ed utenze.
Siamo disponibili ad un ragionamento di collaborazione in funzione degli interessi dei lavoratori, dei pensionati, dei cittadini. Ma, ovviamente, non ci può essere chiesto un ruolo sostitutivo che alleggerisce di costi e funzioni la macchina pubblica e scarica queste competenze sui nostri servizi fiscali, sui patronati e gli altri uffici.
E quando scriviamo di macchina pubblica intendiamo segnalare i rapporti che si vanno facendo progressivamente sempre più difficili anche con l'Inps. Ai patronati viene indicato un numero massimo di pratiche da sottoporre e un conseguente tempo massimo orario per la loro presentazione. Sono limitazioni che danneggiano non tanto il patronato quanto il cittadino che si è rivolto ad esso per espletare le sue pratiche.
Nello specifico è ormai impossibile per il cittadino e i patronati avere una certificazione della situazione contributiva, creando una grossa incertezza sui tempi per accedere al pensionamento, e, sul fronte degli indebiti la situazione è oltremodo nebulosa, si ricevono lettere che non specificano la natura degli indebiti, dando per scontato un falso assioma "il cittadino sbaglia, l'Istituto non sbaglia mai".
Riteniamo che la crisi economica e le difficoltà che tutti abbiamo, ci debbano indurre ad un confronto per individuare soluzioni migliori e più avanzate negli interessi dei cittadini che tutti, da una parte e dall'altra e a vario titolo, rappresentiamo.
Se la logica è invece quella di scaricare i problemi da un livello all'altro, allora l'ipotesi di collaborazione viene a cessare e il "confronto" non solo si sposta ad altri livelli ma viene anche a cessare quella disponibilità che fino ad oggi tutti noi abbiamo sistematicamente dimostrato".

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